Il Carnevale Oristanese è uno degli appuntamenti popolari più attesi e partecipati dell’intero territorio ed attira tantissimi cittadini e provenienti non solo da tutta la Sardegna. Il capoluogo Oristano e la sua provincia, nel periodo che va da gennaio fino ai primi giorni di marzo, si trasformano rispolverando le antiche tradizioni legate in particolare alle maschere ed al rapporto tra l’uomo ed il cavallo. Le maschere – da intendersi come l’intero abbigliamento – sono da sempre uno degli elementi caratterizzanti il Carnevale ad Oristano, ma non solo; basti pensare ai Mamuthones e agli Issohadores, protagonisti del Carnevale di Mamoiada, in provincia di Nuoro, uno dei più famosi della Sardegna.
Ma tornando all’Oristanese sono numerose le maschere che prendono il sopravvento durante i festeggiamenti del Carnevale: nel piccolo centro di Ula Tirso c’è la figura tragica di “S’Urzu” un uomo vestito con una pelle di cinghiale che cerca di entrare nelle case che si trovano lungo il percorso della sfilata ma è trattenuto da “sos Bardianos” che lo colpisce ripetutamente; i Mamuthones rivivono anche a Samugheo dove va in scena il “Karrasegare antigu Samughesu”, un Carnevale che attira studiosi di antropologia e giornalisti provenienti da tutto il mondo.
Insieme alle maschere l’altro grande protagonisti del Carnevale Oristanese è il cavallo: da sempre legato all’uomo in questa provincia, l’animale assurge ad eroe attirando l’attenzione di tutti grazie ai grandiosi spettacoli ed alle corse in cui è coinvolto. Sono le corse – Sa Cursa – che vanno in scena in molti degli 88 comuni della provincia di Oristano durante il Carnevale. La principale si svolge proprio nel capoluogo e si chiama “Sa Sartiglia”: essa costituisce il valore culturale più alto degli Oristanesi ed è diventata nel corso dei secoli la rappresentazione scenica dei mutamenti sociali, culturali e di costume della storia del popolo.
Sa Sartiglia trae origini da una giostra militare saracena il cui momento centrale consisteva nell’infilare un anello appeso ad un filo con una lancia mentre si cavalcava a velocità sfrenata. Ma prima delle prova il rituale prevede una lunga giornata di preparativi, il corteo, la vestizione dei cavalieri e la preparazione dei cavalli. La corsa si tiene in Via Duomo ed è seguita da tutta la popolazione.
I cavalli sono il fulcro anche di altri eventi che si tengono nell’Oristanese durante il Carnevale: a Santulussurgiu nei giorni centrali del carnevale dalle ore 15.00 sino all’imbrunire si tengono una serie di corse che fanno parte di “Sa Carrela ’e nanti”, una manifestazione antichissima e straordinaria per spettacolo e partecipazione di pubblico; altre cose di tengono a Ghilarza, ad Abbasanta, a Pauliatino e a San Vero Milis. Coraggiosi cavalieri che montano esemplari di cavalli sardi, robusti e velocissimi che danno vita a spettacoli affascinanti e senza tempo.
Il Carnevale Oristanese è anche il periodo dell’anno preferito dai bambini che ammirano a bocca aperta le sfilate di carri allegorici. In questo senso una delle feste più belle si tiene a Su Marrulleri: nella giornata clou del Carnevale arrivano da tutta la provincia circa 35 carri con migliaia di figuranti; si tratta di una delle parate più seguite ed affollate della regione a cui si associano alcuni piatti tipici locali come i fagioli con la carne e le zeppole. Al termine della sfilata vengono premiati i carri e le maschere più belle e subito dopo la festa continua con uno spettacolo pirotecnico e la discoteca in piazza. Meritano una citazione anche il Carnevale di Sa Dies de Coa – caratteristico per le tipiche danze sarde e per i ballerini che indossano antichi vestiti colorati – e la festa “Sa Coia de Tziu Damus” che si tiene a Simaxis: si tratta della rievocazione storica di un matrimonio tenutosi nel 1923 che costituisce lo spunto per una parata di teatro di strada, di musiche e balli della Sardegna più antica e popolare.